mercoledì 10 aprile 2013

Capitolo 9 - Stagione 2 (di Salomon Xeno)


13 Ottobre 2013
Calcutta

L'aria puzzava di zolfo e Jackson non aveva la minima idea di dove l'avevano portato. Prima l'allarme, poi l'illuminazione era saltata. Non che prima stesse meglio, nelle grinfie di quella psicopatica. Ricominciò pazientemente a lavorare i legacci.
Da oltre la porta provenirono delle grida e uno schianto. Arrivano i nostri! Fece forza sugli avanbracci, tirando con tutta la forza che aveva, che non era poi molta. Non rivedrò più il sedere di Tabitha...
Improvvisamente qualcuno sfondò la porta e ci fu una colluttazione a pochi passi dal lettino. Scorse solo dei guizzi violacei, un uomo incappucciato e la luce riflessa nel suo coltellaccio. Figli di Ammit. Stronzi. La luce si perse fuori dal suo campo visivo, e alla fine ci fu un grido strozzato e passi felpati che uscirono dallo stanzino.
Poco dopo qualcun altro entrò e tagliò i legacci, tirandolo su. Jackson si trovò a fissare due iridi rosse.
«Dottor Jackson. Livello di Teleforce sotto scala. È un piacere rivederla intero.»
«Non vedo un accidenti!»
Una pallida luminescenza emanata dal corpo robotico illuminò il golem, il tocco di Tabitha.
«La squadra di recupero è impegnata al primo livello, ma non può resistere a lungo. Dobbiamo raggiungere subito il team leader.»
Jackson abbracciò il golem.

17 Ottobre 2013
Glifada, Atene

Clark controllò l'orologio, con fare annoiato. Si stava godendo il locale. Non era stato facile, tra la disco e i laser dello showbiz, scovare questo locale. L'insegna a neon era il massimo di modernità che sopportava. I neon e il jazz, perché la sua cultura musicale si era fermata a John Coltrane. Se fosse riuscito a vendere al prezzo giusto, avrebbe aperto un locale di questo tipo. Magari in Mordovia, di fianco al ristorante di Depardieu. Già intravvedeva una rimpatriata hollywoodiana!
Con un gesto della mano chiamò barman, ordinando un Balabala. Come diceva quel suo amico italiano? Paese che vai...
C'era un uomo al bancone. Un impiegato sulla cinquantina in cerca d'avventura. O forse... Lo lasciò al suo Alexander.
Con l'altra mano sfogliò il quotidiano abbandonato. Era perlopiù roba vecchia: il mondo era più veloce delle notizie. E più assurdo. Morti viventi, attentati pirotecnici e una città scomparsa, Sesto Poggese. Bande di Super, mezzi-Super e Girini stavano dietro a molti di questi eventi, solo alcuni dei quali al servizio dei governi.
Per un prezzo accettabile, da quella sera avrebbe avuto due nemici di prim'ordine: l'odiato Kedives e Fortress Europe, da cui già non era particolarmente amato.
Un cameriere gli portò il Balabala, esigendo il saldo in euro.
L'uomo al bancone lo stava tenendo d'occhio, nascondendosi ogni volta che Clark distoglieva lo sguardo. Di certo non era lì per bere, non avendo neppure toccato il cocktail. Poco discreto per un agente di Fortress Europe. Troppo poco fuori luogo per un Super. Eppure, qualcosa nel modo in cui faceva ondeggiare il bicchiere gli ricordava qualcuno di conosciuto.
Distolse nuovamente lo sguardo, sorseggiando il suo cocktail. Si chiese cosa avrebbe ordinato la ragazza.

13 Ottobre 2013
Calcutta

«La prego di non considerare il contatto fisico una consuetudine accettabile.»
«Scusami, Sniper. È solo che sono felice di essere vivo!»
Il golem non fece cenno di contentezza. Non provava emozioni, perché così li avevano progettati. Era una macchina da guerra, precisa e letale. Era sciocco abbracciarlo... ma lo era anche attaddarsi nel covo del nemico, dove  quella pazza schizoide l'avrebbero ridotto a un torsolo, per cui decise di muoversi.
«Va bene, andiamo» disse. «Dove andiamo?»
«L'ingresso principale è impraticabile. Si metta questi e mi segua.»
Quando ha appreso il senso dell'umorismo?
Jackson calzò il visore, regolandolo a due terzi. La stanza era più piccola della precedente, ma ampia abbastanza da ospitare il lettino, un tavolo da lavoro e due cadaveri incappucciati. Gli sfortunati Figli di Ammit.
«Non si può fare a meno di questo odore? Perché lo zolfo?»
«Confonde il nemico. Dottore, agganci anche la mascherina. Avrà qualche difficoltà a parlare, ma le assicuro che non ne sentirà l'esigenza.»
Il golem si orientava senza esitazione all'interno di quel labirinto notturno. Incontrarono altri cadaveri, alcuni con tagli profondi ma senza perdita di sangue. La maggior parte, si accorse, erano semplicemente storditi.
«Sniper, devo riferire al NIMBUS.»
«Riagganci la mascherina, dottor Jackson. L'aria è sporca.»
Si fermarono in mezzo a un corridoio anonimo. Lì un uomo li stava aspettando. Indossava un completo d'affari scuro, ma era a piedi nudi e reggeva in una mano il fodero di una katana. In testa portava un visore identico al suo.
«Va bene» disse Jackson. «Quei tizi sono delle pedine, ma Kareema Gupta è molto più forte. Come andiamo via da questo posto?»
Il samurai indicò con un cenno. Jackson si avvicinò, sbirciando al di là della porta. Un istante dopo indietreggiò, disgustato.
«È fuori discussione! Musashi, non può aprirsi una strada con la katana? Che se ne fa della katana
«Lo scopo ultimo delle arti marziali è non doverle impiegare. Come ha detto lei stesso, non è ancora il tempo di duellare con la padrona di casa. Siccome sono parole sagge la informo che ho dato l'ordine di ritirata, per cui non ci verrà molto prima che ci individuino. Dopo di lei, dottore.»
A Jackson tremavano le gambe, tuttavia si fece forza e varcò nuovamente la soglia. Non prima di essersi assicurato la mascherina.

17 Ottobre 2013
Glifada, Atene

La ragazza lasciò tutti a bocca aperta. Una pupattola di prima classe, alta almeno 1.80 e biondissima: una bellezza glaciale in quel posto così terribilmente mediterraneo.
«Buonasera» disse, in inglese impeccabile. «Lei deve essere...»
«Sono io» disse Clark, alzandosi per farla accomodare. Non era ancora così vecchio da dimenticare le buone maniere. «Il compagno Gennadi non la ha accompagnata?»
«Tovarish Kisurin aveva un impegno. Un Gin Lemon» disse al cameriere, facendo intendere che era tutta la conversazione che le avrebbe strappato. Sibir era una donna come non se ne vedevano dagli anni cinquanta, parola sua. Ancora una volta, si stupì di come bastasse un bel faccino e una camicetta semitrasparente a nascondere una delle più famose Super al mondo.
«Alla nostra collaborazione» brindarono.
A quel punto l'uomo al bancone si alzò, senza aver toccato il suo Alexander. Si girò sulla soglia, subito prima di uscire dal locale. E ammiccò a Clark, appoggiando il pollice appena sotto lo zigomo come un segnale rivolto a lui.
E in quel momento si rese conto di chi aveva davanti.
«Ghaly?» mormorò.
«Pardon?»
La ragazza era furba. Ma non aveva fatto tempo ad accorgersi dello scambio. Clark simulò uno dei suoi sorrisi più affascinanti.
«Niente, pupa. Un pensiero fugace. Mi è appena venuto in mente che sono ancora in grado di alzare la posta!»

14 Ottobre 2013
Kidderpore Dock, Calcutta

Era un miracolo che fosse ancora vivo. Era un quadretto patetico: aiutato da un robot e da un giapponese alto la metà di lui, era uscito a stento dalle acque dello Hughli. Se non fosse arrivato a un passo dall'affogamento, avrebbe riso.
«Gli induisti sono soliti praticare abluzioni spirituali nelle acque del Gange. Credo che dopo le fognature, ne avessimo bisogno.»
Dove ha imparato tutte queste cose? Intorno a Sniper si erano radunati anche due nuovi modelli di classe Evron. Sulla loro corazza notò scalfiture e abrasioni, ma nel complesso avevano retto bene. Un terzo golem era stato distrutto da uno scontro diretto con Ram Dao, durante la ritirata.
La squadra si era rifugiata in un vecchio magazzino, dove erano state nascoste le attrezzature e un cambio d'abito. Tra ferraglia, scheletri di barche e paratie ridotte a rottami, Musashi lo informò della situazione: «Il canale con la base non è affidabile. È così che l'hanno catturata e non possiamo permetterci che le informazioni restino qui in India.»
«Quali opzioni abbiamo?»
«Qui vicino c'è una stazione di polizia...» Certo, come se potessimo presentarci e denunciare il folle piano di Kareema Gupta, delle attività non autorizzate NIMBUS e di CLOUD... «Oppure possiamo seguire il piano di rientro.»
«Piano di rientro?»
«Il suo era un volo per Los Angeles, poi Calgary. I robot, lei capisce, non possiamo imbarcarli su un volo di linea. Abbiamo un contatto, un contrabbandiere bengalese. Possiamo arrivare quasi in Europa.»
«In Europa?» eruppe Jackson. Il samurai gli faceva perdere tempo. «Ma lo sai dov'è il Canada, almeno?»
«Quasi in Europa. Se la sua posizione non fosse ormai compromessa, le consiglierei recarsi in risciò fino all'aeroporto.»
Jackson abbassò la testa, mettendosi le mani fra i capelli. Eccomi precipitato in un'altra epoca. Quanto darei per un volo per Calgary! Quando alzò gli occhi, il giapponese era ancora lì a fissarlo con placida accondiscendenza, ma Jackson sapeva che non c'era scampo.
«Va bene» sfiatò. «Quanto vicino all'Europa dobbiamo andare?»
- - -

Capitolo scritto da Salomon Xeno (Argonauta Xeno blog)

Scarica l'ebook in formato:

- Epub
- Mobi

Impaginazione a cura di eBookAndBook
Grafica a cura di Giordano Efrodini

10 commenti:

  1. Capitolo esplosivo! Ottimo lavoro, Salomon *_*

    RispondiElimina
  2. Bellissimo capitolo. E' bello assistere al ritorno in scena di Musashi e di Sniper.

    RispondiElimina
  3. Tanta roba bella e buona! Complimenti.

    RispondiElimina
  4. Mi è piaciuto un sacco! Forse uno di quelli che mi sono piaciuti di più fino a questo punto della stagione. :D

    Ciao,
    Gianluca

    RispondiElimina
  5. E' arrivata anche Sibir e si prospetta una trattativa molto delicata,in quel baretto!! Bel capitolo!

    RispondiElimina
  6. Grazie a tutti!
    A chi interessano queste cose, porto avanti la consuetudine dei making of.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ottimo making of! Lo segnalo sulla fanpage Facebook di 2MM!

      Elimina
  7. Non male, non male... :)
    Ho apprezzato molto il continuo cambio tra le due scene, e le ottime interazioni tra i personaggi.
    Complimenti vivissimi (anche perchè scopro ora che l'autore del capitolo è il "papà" del mitico Musashi! :D).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ebbene sì! Anche se "papà", oddio... potrebbe essere mio nonno.

      Elimina