mercoledì 5 giugno 2013

Capitolo 17 - Stagione 2 (di Marina Belli)


22 ottobre 2013, ore 05.05
Korinthos
Sede Centrale della Hypotetical Inc., livello -4

Le piantine di Clark sono più che affidabili.
Sibir e gli spetsnaz procedono con cautela, se svoltano a sinistra e seguono il corridoio per altre tre intersezioni, saranno al laboratorio di Grant.
L’uomo in testa si appoggia contro il muro, sbircia oltre l’angolo e emette un verso strozzato.
Si tira indietro con il capo avvolto dalle fiamme, incespica e cade a terra.
Sibir lancia un dardo di plasma oltre l’angolo, si affaccia.
Una ragazzina dai tratti orientali attende dall’altro lato del corridoio, fasciata in una tuta nera con inserti color fuoco.
«Sibir!» esclama la ragazzina, sorridente da orecchio a orecchio.
Le risponde con due dardi di plasma che si sciolgono quando la colpiscono. La ragazza non smette di sorridere e cantilena:
«Roses are red, violets are blue, my name is Hestia, and I will burn you!»
I disegni sulla tuta si animano mentre Hestia solleva le braccia, diventano lingue di fuoco che schizzano come proiettili verso Sibir.
Sarà una notte interessante.

* * *

22 ottobre 2013, ore 05.09
Korinthos
Sede Centrale della Hypotetical Inc., ufficio del presidente

Il tritono distrae Kedives dall’andamento della borsa di Tokyo.
«Mi dica, Pavel.» dice alla stanza vuota.
La voce echeggia nell’ufficio, liscia come seta:
«Gli americani hanno messo in moto Settembre.»
«Ha registrato tutto.»
«Come sempre, signore.»
«Bene. Si tenga pronto.»
«Sì, signore. La polizia riferisce che due persone, probabilmente Super, sono fuggite dalle rovine del laboratorio di Agia Paraskevi. Ne hanno perso le tracce. E Hestia ha disubbidito all’ordine di non attaccare Sibir.»
Kedives storce la bocca, va al mobiletto bar.
«Come sta andando?»
«Si stanno studiando. Le mando il feed?»
«Perché no.»
La voce di Pavel tace, le immagini di un corridoio di uno dei livelli sotterranei, ripreso da due angolazioni diverse, si affiancano a quelle di telegiornali vari. Hestia ha fatto esattamente quel che le aveva detto di non fare. Impossibile resistere alla tentazione di scontrarsi con qualcuno di simile. La capisce. Meglio di sfidare un simile c’è solo giocare allo stesso gioco dei bulli, con le stesse regole, nella speranza di prenderli a calci in culo.
Kedives si versa un dito di scotch, poi chiama:
«Pavel.»
«Sì?»
«Loxias?»
«È uscito, da circa…»
«Non importa da quanto sia uscito. Dove è andato?»
«Non lo ha specificato. La Pizia è con lui, ha detto…» Pavel si interrompe, sostituito da una registrazione della voce distaccata della Pizia che annuncia:
«I cinque americani si sono meritati il caldo benvenuto da parte di Loxias.»
Silenzio.
«Devo richiamarlo?» domanda Pavel, neutro.
«No. Sa quel che fa.»
Su uno degli schermi, Hestia è avvolta da fiamme dalle punte verde scuro e le lancia a manciate verso Sibir e i suoi accompagnatori.
«Ah, Pavel? Mi mostri anche un feed dei sensori strutturali. Non vogliamo che ci crolli l’edificio sotto il culo, come quel coglione di Salazar, vero?»
«No signore!» esclama Pavel. Ride pure. Da segnare sul calendario.

* * *


Island Stone, Admiral City, Puertorico
21 ottobre 2013, ore 22.40

«Era anche ora!» sbuffa Blackjack quando la voce di Ross, amplificata dalla Drakkar 1, annuncia che hanno il via libera definitivo, dopo quella stronzata del “all'arrivo dovete attendere il nostro segnale, prima di mettere piede sul suolo greco”.
Scanner non ha bisogno di guardare Blackjack o gli altri per sapere che anche loro pensano che è passato troppo poco tra l’annuncio della telefonata anonima in tv e il via libera definitivo. Che è tutto molto sospetto.
Quello che si pone meno domande sulle circostanze è Mercury, impegnato a immaginare la Grecia, e a chiedersi se morirà un’altra volta.
«Forza, venite tutti qui!» chiama Jolly. «Più vicini, e ora prendetevi per mano. Non lasciate la presa, non agitatevi, non vomitate nelle armature. Niente uscite di sicurezza, niente aperitivi, ma sarà divertente, giuro! È la prima volta che trasporto così tante persone in una sola volta!»
«Non suona rassicurante, Teddy!» esclama Uranium.
Il teleporter non fa in tempo a rispondere. Dalla tv rimasta accesa, arriva un bip prolungato che li fa girare tutti.
Qualche secondo di monoscopio con al centro una maschera bianca ridente, segnata da baffetti sottili e pizzetto neri, poi compare il viso di una donna dai capelli grigi che parla in camera, come se fosse impegnata in una videoconferenza. Una barra rossa alla base dell’inquadratura reca la scritta: Christina Cielo, vicesegretario alla Difesa USA, 21 ottobre, ore 15.
«Non me ne frega assolutamente nulla se lei reputa inopportuno l'intervento del team di superumani dello START in territorio greco. Quello che le sto dando è un ordine. Se le faccio il favore di discutere la faccenda è solo per motivi di ordine pratico.»
La voce di Ross, fuoricampo:
«Stiamo già ricevendo accuse di aver violato la sovranità territoriale greca e...»
«Non me ne importa un cazzo delle accuse di quei fotticapre! Inoltre lo staff del presidente sta lavorando per rendere sacrosanto l'intervento del nostro team superumano in loco.»
Il viso della Cielo viene sostituito dal rogo del Garden per una manciata di secondi.
Scanner si volta a guardare Ross nell’armatura, torna a dargli le spalle.
«Abbiamo tutto ciò che serve per avanzare la necessità di esportare un po' di democrazia.» annuncia sicura la donna. Di nuovo il Garden, torna il viso serio della Cielo:
«Con gli imbecilli del Ram Dao che stanno combinando casini su casini nell'area mediterranea, noi siamo ragionevolmente certi di poter accusare Kedives e i suoi di supporto attivo al terrorismo internazionale metaumano.»
«Ma non c'è uno straccio di prova a sostegno di questa teoria bizantina.»
«La posta in gioco è molto alta.»
Cinque secondi con due bambini che si rincorrono davanti ai gradini del Partenone.
«Ora che gli ingranaggi si sono messi in moto possiamo fare soltanto due cose: lasciare a quel bastardo di Kedives e a chi si schiererà con lui l'esclusiva sullo sviluppo di applicazioni a base di Teleforce, oppure intervenire e sottrarre alla Hypo i risultati di anni di esperimenti.»
«Per il bene del paese». Ribatte la voce di Ross, ironica.
«Per il bene del paese, del mondo, degli uomini di buona volontà. La veda come vuole. L'importante è che le ricerche di» interferenza audio e video «Kedives non diventino di proprietà di nostri... diretti concorrenti.»
Una donna inginocchiata a terra piange a pochi metri dal Madison Square Garden.
Split screen.
Sulla destra una sala operativa. Christina Cielo, militari in uniforme e uomini e donne in abiti civili. Sulla sinistra la webcam di un portatile inquadra un cinquantenne ispanico in camicia hawaiana seduto su un divano di pelle bianca e impegnato a battere sulla tastiera con aria concentrata. Sotto entrambe le inquadrature, la data 21 ottobre 2013 e l’ora: 22.00.
La Cielo sospira: «Diamo il via all’operazione Settembre.»
«Sissignore.» dice uno degli uomini nella stanza con lei, prima di prendere un cellulare e fare un numero. L’uomo sulla sinistra pochi istanti dopo si immobilizza al suono di una canzonetta pop.
Porta all’orecchio un antiquato cellulare.
«Le sere di settembre di solito sono miti.» dice il militare sulla destra.
«Io però preferisco il caldo dell’estate.» risponde l’uomo sulla sinistra.
«Speriamo che non piova.»
Il militare chiude la comunicazione e getta a terra il telefono, lo fracassano a pedate. Sull’altra metà dello schermo, l’uomo al computer chiude gli occhi. Quando li riapre, la mano con cui regge il cellulare è illuminata di azzurro.
La Cielo si sposta verso la porta:
«Io vado ad avvisare il segretario e il presidente. Tenetemi costantemente informata sugli sviluppi.»
L’ispanico porta l’apparecchio all’orecchio, attende, occhi socchiusi per la concentrazione, poi annuncia:
«Al Garden stasera sorgerà il fuoco di Loxias.»
Riattacca senza aspettare risposta, prende dal taschino della hawaiana quello che sembra un telecomando per garage. Di nuovo ha la mano avvolta da luce azzurra. Clicca il tasto centrale del telecomando e sussurra:
«Boom.»
La Stanza Ovale, inquadratura alta dalla sinistra della scrivania presidenziale. Lo staff e il presidente sono voltati verso la porta da cui è appena entrata Christina Cielo.
«Settembre?» domanda Romney.
«È iniziato Signore.» risponde lei.
Immagini di repertorio di Rodeo Drive, il cratere fumante dell’esplosione visto dall’alto.
Torna l’inquadratura dello staff presidenziale. Romney annuncia:
«Siamo nuovamente costretti a farci carico di un pesante fardello, confidiamo in nostro Signore che ci aiuti a sopportarlo e ci sia vicino in questo difficile momento. E che soprattutto ci perdoni per le vite innocenti che siamo costretti a sacrificare.»
Lo schermo della tv diventa nero, con in sovraimpressione una scritta:
Scusate l’interruzione. Spero abbiate gradito l’esportazione di un po’ di verità nella vostra grande nazione.
Nessuno parla, sebbene Scanner senta ondate di paranoia, inquietudine e ribrezzo annegare la stanza.
«Ditemi che partiamo lo stesso!» esclama Mercury, senza smettere di sorridere.
«Sì.» sputa Ross.
«Si va, allora!»

* * *

22 ottobre 2013, ore 05.55
Korinthos
Sede Centrale della Hypotetical Inc., ufficio del presidente

«Un po’ teatrale, ma d’effetto, Pavel.»
«Grazie. Per averlo messo insieme così in fretta, sono piuttosto soddisfatto del risultato.»
«Ci sono già reazioni?»
«Twitter e Facebook stanno impazzendo. Oh, c’è già anche una gif animata su Tumblr!»
Pavel la proietta sullo schermo, a fianco a Hestia che batte in ritirata senza smettere di sorridere: Christina Cielo ripete ancora e ancora il labiale di “Non me ne importa un cazzo delle accuse di quei fotticapre!”, occhi sgranati e ghigno iroso.
Kedives solleva il bicchiere in direzione della gif.
«Alla popolarità del tuo capo e alle tue chance di trovare un qualsiasi lavoro d’ora in poi, Christina!»
Nulla è più dolce che prendere a calci un bullo!
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Capitolo scritto da Marina Belli (Space of Entropy blog)

Scarica l'ebook in formato (coming soon):

- Epub
- Mobi

Impaginazione a cura di eBookAndBook
Grafica a cura di Giordano Efrodini

13 commenti:

  1. O porcamannaggia! La verità fa mmmmale! Ora sono nella mmerda :) Non vedo l'ora di vedere come va a finire :D

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  2. Fantastico Marina, davvero fantastico! Bravissima! ;)

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  3. Capitolo stupendo! :D

    "Non vogliamo che ci crolli l’edificio sotto il culo, come quel coglione di Salazar, vero?" -> Mi sono dovuto bloccare per ridere, leggendo questa frase. XD XD

    Ciao,
    Gianluca

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  4. Strepitoso. Non ci sono buoni innocenti e cattivi perfidi, non è bianco e nero ma tutto grigio. I Buoni si sporcano le mani e i Cattivi potrebbero avere anche ragione. Chi lo dice che la Grecia è il Male e Loxias il cattivo? Forse dalla parte del torto si trova proprio chi è convinto di essere nel giusto e di agire in nome di un ideale vattelappesca con tanto di paraocchi. Questo è un conflitto vero, credibile. Bravissima!

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    1. Vedo che la pensiamo alla stessa maniera, Giordano. E poi, l'ambiguità morale, il grigio, stimola la scrittura mille volte di più dei bianchi e neri sparati :)

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  5. Grazie a tutti, sono molto felice che il capitolo vi sia piaciuto :)

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  6. Grandissima Marina!
    Sono contento per Gino

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  7. E' uno spettacolo, complimenti!

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  8. Wow! Veramente uno sviluppo coi fiocchi questa inchiappettata nei confronti di Settembre...
    Complimenti vivissimi.

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